In Vivere o niente siamo davanti ad un linguaggio musicale diverso rispetto a quello a cui ci ha sempre abituati il Blasco, un Vasco non troppo arrabbiato, anzi, addolcito nei testi e nell’inserimento di strumenti più delicati come il pianoforte, dunque ballate acustiche, ma anche chitarre distorte e velocissime che accompagnano il cantante nel suo sedicesimo disco.
Vivere non è facile ci introduce in questo lavoro, un brano intimo, introspettivo, un guardarsi allo specchio e parlare con il proprio io lasciandosi accompagnare da un sound meno rock, oserei dire più blues.
Manifesto futurista della nuova umanità – secondo pezzo dell’album – è una traccia abbastanza complessa ma eccellente nello stesso tempo:” Ho l’impressione che la cosa più semplice sarebbe quella di non essere mai nato in fondo la vita è solo una scusa è lei da sola che ogni giorno si rinnova”.
Intenso il testo, rabbioso il rock che pervade tutta la canzone, questa è una specie di preghiera che parla dell’uomo e delle sue miserie, un credere ma a chi?, credere o non credere, un uomo che parla della sua anima e del suo dolore, in sostanza con il suo spirito.
C’è spazio anche per pezzi che potremmo definire più canonici, pezzi diversi, ma non per questo meno belli come le tracce: Starò meglio di così in stile country, o Prendi la strada ed ancora Dici che; qui ascoltiamo un Vasco al massimo della forma, dove le composizioni strumentali sono altamente imponenti, le canzoni differenti, mutevoli, oscillanti, armoniose, in una parola sincere.
Eh…già è la canzone che ha fatto da apripista al disco, pezzo gradevole accompagnato da un video alquanto originale.
Sei pazza di me è la settima canzone del cd, una traccia zeppa di melodia, velocità, fantasia e tecnica in perfetto stile rock’n’ roll.
Vivere o niente è la canzone che delinea a chiare lettere la nuova frontiera che ha deciso di seguire Vasco Rossi, una strada più matura e più libera, un Vasco che non rinnega ed esplora comunque le vecchie sonorità, un 59 novenne che ha saputo parlare e sa parlare come nessun altro, dei sentimenti quotidiani delle persone normali, insomma torniamo a monte lui è genio e sregolatezza…
Carichi di chitarre e impeto anche i brani L’aquilone, canzone molto bella ed intensa e Non sei quella che eri.
Più dolce e melodica ma sempre con quella punta aspra del rock più acustico è la canzone Stammi vicino.
Maledetta ragione è un brano vecchissimo ma mai registrato, il sound è quello un pò rock, un pò blues che scandisce il tempo fino alla fine del pezzo.
Alla fine troviamo la Ghost track Mary Louise, anch’esso un vecchio inedito del Komandante Vasco.
Se vogliamo cercare il pelino nell’uovo aggiungerei solo un’ultima cosa: Vivere o niente è un album con poca “Vita spericolata” ma “Va bene, va bene così“!
Punteggio: 9