Play.
Dio siamo noi è la prima canzone del disco, splendida e toccante sia nella composizione del testo che nelle musiche.
Di cose belle, Universo e Schegge di luce – seconda, terza e quarta traccia – vengono accomunate da una musica lenta e dolce che crea un’atmosfera struggente a cui si appoggia in maniera perfetta la voce dell’artista.
Si continua il viaggio all’interno del cd con i pezzi: Posso essere incazzato, Gente perbene e Macchissenefrega che dona il nome all’intero lavoro; tutte e tre le canzoni seguono lo stile di Di Cataldo strizzando l’occhio anche ad uno stile pop/rock.
Vittime, ottava traccia del disco, è una delle canzoni più romantiche dell’intero album: i ritmi iniziano lenti per poi sfociare in un crescendo di suoni e di colori musicali originali, l’atmosfera è perfettamente soft, la voce brillante.
Tematiche e atmosfere contrastanti caratterizzano invece i brani Quello Che Mi Andava Di Fare e Palle di Natale, dove notiamo l’uso accorto di strumenti come il pianoforte e le chitarre che seguono la voce di Massimo Di Cataldo in punta di piedi e con un andamento fluido e sognante.
Dio siamo noi (parte seconda) riprende il primo brano del disco, esattamente come un film. Mentre nella prima parte Di Cataldo cantava: “Padre nostro che sei nei cieli ascolta questa canzone, da troppo tempo la gente prega vogliamo una spiegazione“, l’undicesima traccia dal titolo omonimo recita “Dio c’è Dio sono io sei te, nè diritto nè dovere ma non lo vuoi vedere“. Qui si scorge un cantante forse provocatore che si chiede mille perchè, su un mondo che forse ancora non ha capito, o che forse ha capito ampiamente e non lo accetta.
Centro commerciale occidentale chiude il disco con parole taglienti come “E a volte mi sembra di stare pure a me in vendita in un centro commerciale occidentale”, la traccia porta dentro di se una freschezza creativa molto originale.
Stop.
In conclusione Macchissenefrega è un album da provare con un Massimo Di Cataldo da riscoprire.
Etichetta: Dica Musica
Punteggio: 7